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Come riuscire in matematica?

Raramente le difficoltà in matematica sono legate a problemi cognitivi.
Sono generalmente legate ad altri fattori (vedi lista sotto).

Per migliorarsi occorre:

  • Dare senso: cercare, in ogni attività matematica, di capire il perché delle cose, i collegamenti tra le cose.
    In matematica tutto ha un senso. Bisogna riuscire ad afferarlo, sempre. Bisogna insistere a chiedere il perché delle cose finché non si é certi di aver capito.
  • Liberarsi dai preconcetti: preconcetti del tipo "non sono portato per la matematica".
    Non esiste il "non essere portati". Forse si è fatta meno pratica con l'intelligenza logico-matematica nell'infanzia, ma questo non impedisce di farne a scuola e di migliorare sensibilmente.
  • Fare matematica liberi dalla paura di fare errori: riconoscere l'importanza dell'errore in matematica. Avere il coraggio di commettere errori.
    La matematica si impara ripetendo il processo: faccio un errore, lo riconosco, capisco perché l'ho commesso, riprovo. Anche i matematici professionisti lavorano cosi.
  • Aiutarsi con disegni e schemi: provare sempre a disegnare, schematizzare le situazioni. La visualizzazzione ha un ruolo molto importante nell'apprendimento.
  • Chiedere aiuto: quando si è bloccati, chiedere aiuto a qualcuno. Al docente, ai compagni. Mai farsi problemi: il docente è in aula per aiutare gli allievi (ovviamente non si può bloccare a lungo una lezione, se un concetto non viene afferrato; in questo caso si cerchi uno spazio più adeguato per porre le domande, magari durante i momenti di esercitazione in classe).
  • Essere ostinati: la matematica non è necessariamente facile. Per questo non bisogna fermarsi alle prime difficoltà, ma insistere, provare e riprovare, riflettendo e dando un senso ai propri sbagli e ai propri progressi.
  • Confrontarsi: vedere come lavorano gli altri ci permette di scoprire nuovi approcci, nuove idee, a cui da soli non siamo arrivati. Purtroppo questo confronto a scuola non viene ancora stimolato a sufficienza (la modalità del lavoro in gruppo è poco usata). Quindi attrezzarsi, chiedere ai compagni, "tu come hai fatto questo? Perché lo fai così?".
  • Trovate queste indicazioni anche in questo documento.

Le difficoltà in matematica sono generalmente legate a uno o più di questi fattori:

  • Perdere il treno: le conoscenze matematiche si costruiscono una sull'altra. Per cui se si resta "indietro", perdendo per strada alcuni concetti, si rischia poi di non avere i mezzi per apprendere ciò che segue.
  • Problemi culturali: tradizionalmente la matematica è una materia in cui molti hanno avuto difficoltà (per le stesse cause che sto elencando qui, non per problemi cognitivi). Quindi, senza volerlo, spesso si trasmettono all'allievo queste difficoltà. Ho sentito tanti genitori dire al figlio, dopo le prime difficoltà: "Tu sei come me, non sei portato per la matematica". Purtroppo, frasi apparentemente consolatorie come queste, hanno un effetto pesante sull'apprendimento. Lo studente si dice infatti che, se ha fallito il papà o la mamma (entrambi importanti figure di riferimento), sicuramente fallirà anche lui, e questo lo fa arrendere di fronte alle prime difficoltà.
  • Problemi didattici: la paura di fare errori. La valutazione in matematica è basata su verifiche in cui bisogna fare meno errori possibili. Spesso gli errori vengono evidenziati in negativo anche in altre forme. L'errore è FONDAMENTALE per riuscire in matematica. Si impara sbagliando e riflettendo sui propri errori. Per questo bisogna lavorare in un ambiente che permette e valorizza gli errori.
  • Problemi didattici (2): può capitare che tra docente e allievo si instauri quello che è chiamato "contratto didattico". L'allievo in questo caso non si concentra sull'apprendimento, ma su soddisfare quanto il docente si aspetta.
    Ad esempio un allievo mi ha detto: "Devo usare tutti i numeri del problema nel calcolo, perché il docente vuole così".
  • Problemi didattici (3): si viene portati ad affrontare la matematica come se fosse un insieme di ricette per risolvere particolari tipologie di problemi. Questo viene purtroppo ancora un po' rinforzato da come viene presentata la matematica a scuola. Ciò che è importante, è sempre chiedersi il "perché" delle cose, i collegamenti tra le cose, non la ricettina. Alcuni allievi poi cercano di imparare queste "ricette" a memoria. Solo che questo modo di procedere dopo un po' non funziona più, perché le "ricette" diventano troppe, e se non si sono capiti i collegamenti tra le cose, diventa quasi impossibile progredire.
  • Problemi didattici (4): spesso i problemi di matematica si riferiscono al mondo reale in modo idealizzato e semplificato. Alcuni allievi però si concentrano sulla situazione reale, vedendola nella sua totale complessità, il che li porta ad interpretare in modo complesso problemi semplici.
  • Mancanza di motivazione: l'allievo non è interessato a quanto si fa. Questo può avere diverse origini: l'allievo può vivere una situazione difficile, che lo coinvolge emotivamente al punto da non riuscire a concentrarsi sulla scuola. Oppure, dopo ripetute difficoltà, l'allievo decide che non ce la farà mai, e quindi lascia perdere. Oppure l'allievo non capisce il senso di quello che fa, non capisce a cosa possa servirgli la matematica.